Brevi riflessioni sui “Canti d’acqua nuda” di Cristina Finotto
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Ho occhi dentro gli alberi
a cercare il sonno delle radici mie…
Un attenta e metaforica rilettura del rapporto tra l’uomo e la natura per consentire una completa identificazione, un’immersione totale dell’uno nell’altra.
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Ed è come perdersi,
qui puoi disegnare fantasmi
e pesci volanti…
La scrittura la attrae come uno spazio di irrinunciabile libertà, nel quale non ci sono costrizioni ma soltanto la gioia della fantasia
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E non vergognarti
perché è fango buono
quello del vecchio
che impasta ocarine…
Sembra suggerirci come l’esperienza umana consiste proprio nel subire il destino, ma al tempo stesso nello strappare al destino le opportunità che implica.
Agosto 2016 | Gianpaolo Gasparetto |
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